Fin dai primordi, l’essere umano non è stato programmato per ricevere un salario fisso a fine mese, indipendentemente dall’impegno profuso.

La nostra natura ci ha sempre spinti a uscire, cacciare e cercare risorse. Alcuni giorni, tornavamo con una grande preda da gestire per i periodi di magra; altri giorni, invece, tornavamo a mani vuote, e quel giorno non si mangiava. Questa spinta a mettersi in proprio, a gestire il proprio tempo e a sfruttare le proprie competenze è del tutto naturale.

Tuttavia, la società moderna ci ha incatenati a una “sicurezza” artificiale, dove chi riceve uno stipendio fisso spesso si sente al sicuro, mentre i freelance combattono quotidianamente contro l’ansia dovuta alla mancanza di questa sicurezza. Le bollette, l’affitto e le spese varie non tengono conto dei periodi di magra, creando una pressione costante. Questo ci fa sentire fuori posto e ansiosi, quasi come se fossimo tornati ai tempi della caccia.

Esistono numerosi corsi e percorsi che insegnano come realizzare un progetto imprenditoriale o che sviluppano competenze specifiche. Tuttavia, quello che ancora manca è un vero e proprio percorso di sopravvivenza dedicato ai freelance. Un percorso che non solo insegni a gestire il rapporto con i clienti o gli aspetti tecnici del lavoro, ma che supporti anche lo status unico del freelance.